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Joan Mirò. Le parole multicolori
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Alla Kasa dei Libri dall’8 marzo andrà in scena la scrittura a colori di Joan Miró, in una mostra con libri e opere grafiche dell’artista catalano.

Artista sublime, amatissimo e molto prolifico, negli ultimi anni Joan Miró è stato oggetto di mostre internazionali ricche e variegate. Difficile quindi dire su di lui qualcosa di nuovo e diverso, a meno di non affrontare la sua figura da una prospettiva particolare. È questo lo scopo di Miró. Le parole multicolori, che propone la Kasa dei Libri di Andrea Kerbaker per dipingere la figura del pittore catalano dal poco noto punto di vista dei libri, con risultati sorprendenti.

Per Miró, infatti, il rapporto con il libro e i suoi autori è un amore a prima vista, che scoppia tra le due guerre e lo accompagna durante tutta la sua vita artistica, praticamente in tutte le sue varianti, con una copiosa produzione di libri illustrati e d’artista, di copertine di riviste, attraverso continue collaborazioni con testate internazionali e cataloghi in tutte le lingue per cui Miró crea quasi sempre opere d’arte autonome e originali. Il risultato è un universo cromatico straordinario, un caleidoscopio di colori accompagnato dai grandi nomi delle lettere del Novecento, che la Kasa dei Libri mette in mostra in innumerevoli esempi. Frutto della passione personale di Andrea Kerbaker per la figura di Miró, la mostra raduna libri rari e rarissimi, nella più parte dei casi introvabili in Italia, reperiti nei principali Paesi europei e negli Stati Uniti. Arricchita da litografie in edizione numerata, manifesti originali di mostre e serigrafie in tiratura limitata, Miró. Le parole multicolori è una mostra coloratissima e festosa, in linea con la direttrice di un luogo – la Kasa dei Libri – che vuole proporre occasioni di approfondimento senza mai annoiare.

L’esposizione è divisa in tre aree tematiche – Scrittori, Riviste e Vita di Miró attraverso i cataloghi – ciascuna delle quali contraddistinta da un colore tra quelli più utilizzati dall’artista. Inoltre sarà arricchita da una serie di eventi collaterali sempre ispirati dai colori.
Nella prima area, Scrittori, sfilano gli “amici di penna” di Miró, frequentati e amati per tutta l’esistenza. Ci sono gli scritti originali di Ernest Hemingway, che negli anni Venti tira di pugilato con Miró sui ring di Parigi e si svena per comperare da lui un quadro famoso, La fattoria. Ci sono le poesie che Jacques Prévert dedica all’amico pittore, illustrate con litografie originali che ne fanno opere d’arte a pieno titolo; c’è il meraviglioso À toute épreuve, libro concepito a quattro mani con il grandissimo Paul Éluard; ci sono i molteplici interventi critici di Raymond Queneau su Miró, al quale è anche affidato il compito di illustrare un libro di poesie della moglie dello scrittore, Janine; e così via attraverso Tristan Tzara, Yves Bonnefoy, René Char e Milena Milani, sola italiana del gruppo, di cui si espone una litografia originale che l’artista le ha dedicato personalmente.
La seconda sezione, Riviste, documenta il rapporto di Miró con uno dei mondi letterari e artistici più significativi del Novecento. Se in alcuni casi il suo contributo si limita alla creazione di copertine (per esempio il numero 7 di Minotaure, mitica testata pubblicata negli anni Trenta da Albert Skira), in altri si giunge alla creazione di veri fascicoli monografici di cui l’artista cura ogni pagina con litografie originali, come alcuni numeri di Derrière le miroir, di XXème siècle, due riviste di culto che in Italia hanno circolato pochissimo, così come la spagnola Papeles de son armadans, fondata dal Premio Nobel Camilo José Cela, di cui si mostra la spettacolare copertina di un fascicolo dedicato a Gaudì.
La terza sezione parte con il rapporto tra Miró e Pierre Matisse, figlio di Henri e gallerista a New York, del quale sono esposti otto cataloghi dal 1940 al 1980. Accanto, le principali mostre internazionali del pittore catalano, da quella del MoMA del 1941 con il fondamentale testo critico di James Johnson Sweeney a MiróMilano del 1981, accompagnata da un saggio di Dorfles. In mezzo, decine di cataloghi e manifesti di mostre in tanti Paesi del mondo, quasi mai visti in Italia, che documentano alla perfezione il percorso di Miró da surrealista per pochi ad artista icona del secondo Novecento. Un tragitto, anche in questo caso, costellato di pitture concepite apposta per questi libri, che ne fanno opere d’arte autonome.
Barbara De Rosa
Arch. Barbara De Rosa

Ciao! Sono Barbara De Rosa, Architetto e Interior Designer con oltre 15 anni di esperienza e passione. Ogni progetto è un'avventura creativa, dove arte e funzionalità si fondono. La mia missione è trasformare le idee in ambienti straordinari e trasformare le visioni in realtà.

Arch. Barbara De Rosa
Ciao! Sono Barbara De Rosa, Architetto e Interior Designer con oltre 15 anni di esperienza e passione. Ogni progetto è un'avventura creativa, dove arte e funzionalità si fondono. La mia missione è trasformare le idee in ambienti straordinari e trasformare le visioni in realtà.
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